La valle Gesso conta una cinquantina di percorsi, di cui diversi di essi presentano difficoltà sostenute, a causa delle quote raggiunte, dell'ambiente, dei lunghi dislivelli ed in generale dell'ambiente aspro. Nel vallone di San Giacomo gli itinerari sono diversi, tra cui il Gelas (Il Monte Bianco delle Marittime), la Maledia e il Clapier.
Restano poche testimonianze
sia orali che fotografiche di quest'impianto, l'unico nel Cuneese posto su un antico ghiacciaio ormai poco più che un nevaio nei periodi propizi di precipitazioni nevose. Le foto che vedrete nel
riquadro sottostante forse sono le uniche scattate in modo un po' casuale e fortuito a testimonianza di un'idea avvenieristica dal sapore di sfida.
L'impianto era situato presso il Lago della Maura a 2370 m.s.l.m. nel Comune di Entracque (Alta Valle Gesso) a poca distanza dal confine francese un tempo riserva di caccia del Re, la via di
accesso era costituita da uno stretto sentiero da percorrersi rigorosamente a piedi e segnato da ometti in pietra e nulla più.
Incastonata fra la montagna ed un lago, questa sciovia o meglio manovia a fune alta era accessibile solo nel periodo estivo, in particolare da fine Giugno ai primi giorni di Settembre dopo una
lunga camminata.
L'idea di costruire un impianto per il servizio estivo è venuta ad un gruppo di giovani cuneesi appassionati di montagna e profondamente affezionati allo sci, l'idea di concludere la stagione
sciistica nei vari comprensori pubblici in primavera non piaceva a nessuno. Perchè non poter sfruttare uno dei più antichi ghiacciai della Alpi Marittime per proseguire l'attività sciistica anche
in estate? Così è stato, sul finire degli anni '60 tracciato un progetto di massima ed individuato il materiale necessario si parte a piedi per la montagna portando a spalle tutti i componenti.
Tubi, corde, rulli, utensili e quanto necessario per diversi giorni vengono portati al Lago della Maura con non poca fatica.
Lo spirito di avventura e l'emozione di poter sciare fa scalare il sentiero anche con il motore di una moto fra le mani, il cuore di quest'impianto è finalmente giunto sul ghiacciaio dopo tanta
fatica.
Come precedentemente descritto l'impianto dalle caratteristiche similari alle prime sciovie degli anni '50 era costituito da 2 pali di tubi innocenti per ponteggi da cantiere, saldati e modellati
sulla falsariga dei pali della ditta Leitner in uso in quel periodo nei comprensori sciistici. La linea era sorretta da un singolo rullo su ogni ramo di salita e discesa, questo per ogni palo.
Incastonati nel ghiaccio e nella neve ogni autunno era necessario smontarli e riporli a terra in attesa della stagione successiva. Il motore a termine stagione veniva coperto e la fune riavvolta
presso la zona di partenza. Nei primi giorni d'estate dell'anno successivo si procedeva nuovamente al montaggio e spesso al disseppellimento dei componenti date le abbondanti precipitazioni
nevose degli anni '60-'70.
Per circa una decina di anni così avvenne ogni stagione fino alla decisione di abbandonare l'impianto dato lo scioglimento del ghiacciaio e l'impossibilità di utilizzo della pista.
L'avventura volge così al termine e l'impianto lasciato a se, viene sommerso di rocce e pietre che ne hanno compromesso per sempre l'utilizzo.
- Scialpinismo Alpi Liguri, Alpi Marittime, Alpes de Provence, Jean-Charles Campana, Blu Edizioni, 2014
- Voglia di Ripido. Parte Prima. Igor Napoli. Umberto Soletti Editore, 2013